Il verde urbano è un bene comune: unica cura la motosega?

Il verde urbano è un bene comune: unica cura la motosega?

Guardando a questi ultimi anni Italia Nostra ha lanciato la campagna nazionale “Paesaggi sensibili “ per riaffermare, nel 60° anniversario della Costituzione, il proprio impegno in difesa del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione che l’articolo 9 riconosce tra i fondamenti dell’identità del Paese, e a Bassano si è battuta con grandissimo impegno contro le “Torri Portoghesi” e a difesa del Brolo di Palazzo Bonaguro.

Recentemente abbiamo sensibilizzato amministratori e cittadini sul “Paesaggio urbano”, considerato nella complessità della sua stratificazione, dai nuclei storici originari all’insediamento delle periferie sempre più dilatate nel territorio, che stentano però a diventare autonoma città moderna quando non si tratta di aree marginalizzate e residuali da abbandonare alla speculazione edilizia.

Cinquant’anni dopo la carta di Gubbio non possiamo dimenticare che i paesaggi urbani non sono fatti solo di pietre e di fisicità, ma anche di uomini vivi.

Gli uomini hanno bisogno di storia e di bellezza (perciò si vive meglio nel nucleo storico delle città, specie se a dimensione umana), ma anche di spazi in cui essere società: nei quali incontrare, scambiare, frequentare il vicino e il simile ma anche il lontano e il diverso, il forestiero.

L’Associazione non intende limitare la propria azione ed il proprio contributo ad un “ambientalismo estetico” che non risolve i problemi.

Intende piuttosto continuare a fare la sua azione di tutela del nostro patrimonio storico artistico e ambientale con il necessario concreto impegno a Bassano come nel resto d’Italia.

Diamo priorità ad una nuova idea della città che consideri il verde come cultura e valore da salvare, incrementare e trasmettere non solo un orpello estetico da sacrificare all’amministratore del momento.

Chi ha tagliato gli alberi, nel recentissimo passato, oggi ha privato per 30 anni i cittadini di un bene fungibile.

Lasciare e curare gli alberi in città sono gesti d’amore, ma è anche un atto generoso che altri godranno dopo di noi: un gesto umile e semplice ma carico di fiducia nel futuro.

Ma soprattutto non barattiamo il taglio degli alberi con false illusioni di piste ciclabili!

Piantiamo alberi, piantiamoli subito, piantiamoli assieme ai nostri figli e ai nostri nipoti in ogni angolo della città, lungo le strade e persino nelle piazze. La parola d’ordine è: creiamo spazi verdi non distruggiamoli! Siamo arrivati al punto di non ritorno?

E allora tocca a noi bloccare questo scempio, a noi uomini che amiamo la terra perché in questa terra siamo sbocciati come fiori e cresciuti masticandola, gustandola, questa terra, siamo innamorati di lei, è parte integrante del nostro essere. Tocca a noi che siamo a diretto contatto con le piante, con gli animali, con la vita del terreno, con la natura in modo globale, col paesaggio.

Ma tocca anche a chi è nato e cresciuto in condominio studiare e capire la poesia e la concretezza del mondo naturale e unirsi a noi per invertire la rotta che ci porta a morte certa ed in poco tempo.

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