Archivio annuale 2022

CENTRO STORICO DI CASERTA: PIANO DI RECUPERO E ABBATTIMENTI

E’ di pochi giorni fa la chiusura, anche ai pedoni, di una parte di via S. Carlo a Caserta in corrispondenza dell’edifico ai numeri civici n. 27,29,31 abbattuto, e del civico n.33 pericolante, sembrerebbe a seguito dell’abbattimento come si legge sulla stampa cittadina. Questo è uno dei tanti episodi di abbattimenti di edifici nel centro storico cittadino, a cui stiamo assistendo da diversi anni ma con maggiore intensità negli ultimi tempi. Questi abbattimenti creano un vuoto nel tessuto urbano e causano spesso danni agli edifici confinanti, con la possibilità di mettere in atto pericolosi effetti “domino”. Si rinnova la storia dell’abbattimento dell’edificio in via Napoli, di quello in via Vico.

E’un lento ma inesorabile impoverimento del tessuto urbano storico. Per esempio, via San Carlo si è sviluppata dal punto di vista urbanistico nella seconda metà del Settecento con la presenza a Caserta dei nobili di corte che seguivano i sovrani borbonici nei loro soggiorni casertani. Da qui la presenza di edifici signorili e anche di notevole pregio storico e architettonico. Ma comunque è l’insieme del tessuto urbanistico così come si è formato nel corso del tempo che va salvaguardato. Abbattendo i palazzi, anche seguendo le norme indicate nel Piano di Recupero, si perde un pezzo della storia cittadina.

Infatti il Piano di Recupero approvato dall’Amministrazione comunale il 20.12.2000 e la normativa adottata, sembra incentivare prima l’abbandono e il degrado degli edifici che diventati pericolanti devono essere abbattuti per poi essere ricostruiti, spesso con volumetrie superiori alle preesistenti, come abbiamo segnalato più volte.

Si rivelano tragicamente premonitrici le osservazioni che a suo tempo la sezione di Caserta di Italia Nostra e il WWF Italia, sezione di Caserta presentarono all’amministrazione, contestando le scelte del PIANO DI RECUPERO, come “inaccettabili dal punto di vista culturale e normativo”. In particolare “con gli interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica”, si decretava “la completa distruzione sia della tipologia edilizia che della morfologia del tessuto storico. L’effetto finale è quello della completa distruzione della memoria storica e dell’identità culturale della nostra città”.

Di seguito copia delle osservazioni, datate 19 dicembre 2000.

osservazioni piani di recupero

 

Allarme di Italia Nostra Caserta: abbattimenti e ricostruzioni, grave situazione di pericolo del centro storico cittadino

Grave situazione di pericolo del centro storico cittadino e del paesaggio inserito nel sito del Patrimonio Patrimonio Mondiale UNESCO: la Reggia di Caserta del XVIII sec con il parco, l’acquedotto del Vanvitelli e il complesso di San Leucio.

Dopo gli ultimi abbattimenti di edifici storici, fra le tante segnalazioni sdegnate pervenute alla sezione di Caserta di Italia Nostra, abbiamo ricevuto la seguente nota dell’arch.  Maria Correra:

“Ma era solo un vecchio rudere, non aveva alcun valore architettonico”.

I Casertani che mi danno queste risposte meritano di avere quello che stiamo vedendo in città. La colpa sarà sicuramente degli incentivi che lo stato destina alla nuova edilizia, non certo di chi ci amministra…

Ma sta di fatto che la nostra storia sta velocemente sparendo e noi casertani ci ritroviamo ad abitare una città anonima, senza identità, che potrebbe essere qualsiasi luogo, dove non ci riconosciamo più. Ma che importa a chi dà importanza solo al profitto?

C’era un palazzetto donato da un privato, gia’ esistente nei primi anni ’60, che grazie alla cura di Suor Carla, suor Orsolina e tante altre consorelle Immacolatine di Lourdes, ha fatto crescere generazioni di bambini, oggi adulti, nel magnifico aranceto che, attraverso un viale, conduceva alla grotta dove c’era la statua della madonnina. Quei bambini giocavano ed imparavano le prime lezioni dell’asilo, festeggiando i loro compleanni nelle sale dedicate alle lezioni.

C’era poi la processione con le candele che ogni anno si faceva con i fedeli e le ospiti del pensionato, in onore della Madonna di Lourdes. Seguiva sempre un piccolo rinfresco offerto dalle suore.

La domenica mattina all’alba, le suore cominciavano le loro preghiere ed intonavano i canti in attesa della celebrazione della Messa dopo la quale i fedeli si intrattenevano all’uscita per i saluti e qualche chiacchiera.

Poi c’era un altro palazzetto che aveva delle persiane in legno, quelle alla napoletana che oramai erano sgangherate e cadenti, ma infinitamente belle. Ebbene, lì c’era un piccolo esempio di artigianalità industriale, un’officina meccanica che produceva pezzi lavorati al tornio. Chiaramente anche qui il giardino alle spalle della facciata aveva il suo fascino, che non è sfuggito ai nuovi proprietari.

Chiudo con i ricordi parlando dell’affascinante villetta liberty non molti anni fa ristrutturata, anche questa ovviamente dotata di giardino privato, uno degli ultimi esempi di architettura liberty in pieno centro cittadino. Ma non disperiamo: ci sono sempre villa Vitrone e villa Galeno in via Renella. A quando il loro abbattimento? Eppure anche queste posseggono un bel giardino.

Via Renella rappresenta una tra le più antiche strade di Caserta al margine del centro storico ma comunque con peculiarità caratterizzanti l’epoca della sua formazione”.

A tale riguardo, più volte la sezione di Caserta di Italia Nostra onlus,  ha segnalato, sia a mezzo stampa che con documenti inviati agli Enti preposti, e con iniziative di sensibilizzazione (raccolta firme , esposti),  la necessità di salvaguardare i vari centri storici del territorio comunale casertano, in relazione anche alle leggi emanate  nel tempo e ai dispositivi di tutela del patrimonio storico-artistico  del complesso vanvitelliano inserito durante  il 1997 nella  World Heritage List dell’UNESCO.

Per quanto riguarda la legislazione urbanistica relativa ai tessuti storici delle città, già la Legge 25 aprile 1938 sanciva l’obbligatorietà di richiedere l’autorizzazione preventiva da parte di chi volesse svolgere attività edificatoria  per lavori da eseguire su edifici esistenti all’interno dei centri abitati.

Dopo la legge urbanistica n.1150 del 1942 ed altri provvedimenti  legislativi, la legge 457 del 5 agosto 1978,  dal titolo “Norme generali per il recupero del patrimonio edilizio esistente”, ha previsto la redazione di piani di recupero di iniziativa privata e  pubblica. Da essa è scaturito il primo piano di recupero della città di Caserta, varato negli anni ‘ 90 del secolo scorso. La successiva legge 493 del 1993 ha previsto inoltre  i Programmi di recupero urbano e di riqualificazione e di sviluppo sostenibile – PRUSST.

L’obiettivo delle leggi riguardanti i centri storici e la pianificazione delle zone circostanti è stato comunque di delimitare e normare gli interventi  in aree di interesse storico-artistico, definite zone A,  per preservare l’identità dei luoghi nell’evolversi del tempo, il cosiddetto genius loci.

La configurazione urbana e paesaggistica del territorio casertano era già perfettamente leggibile in una incisione settecentesca, eseguita da G.B. Pacichelli nel 1703 (nel volume Il regno di Napoli in prospettiva), che mostrava la città medioevale (Casa Irta), munita di mura, chiese e castello, posta in cima dei colli Tifatini. Il restante territorio era caratterizzato da una serie di piccoli borghi disseminati lungo le falde collinari (i più antichi) e all’interno della fertile pianura campana, quelli di più recente realizzazione. Erano già distinguibili in piano i nuclei di Centurano, con il nuovo Palazzo vescovile, il villaggio Torre con il palazzo feudale degli Acquaviva e il casino di caccia del Belvedere. Una modesta viabilità rurale collegava la disposizione policentrica dei vari nuclei medioevali con la città e con le altre aree dell’intera regione. Non si sovrapponeva ancora all’antico tracciato il nuovo disegno settecentesco, che riconfigurerà l’intera area secondo l’asse della composizione vanvitelliana della reggia prolungandosi a nord nel Condotto Carolino fino ai monti del Taburno e a sud nella strada con canale navigabile  che avrebbe collegato Caserta, nuova capitale del regno, con il golfo di Napoli.

Per tale straordinario intervento di creazione di un nuovo paesaggio che si fonde con quello settecentesco e con quello precedente della centuriazione romana, rafforzata dalle attività di bonifica ottocentesca dei Regi Lagni, nessuno studio approfondito è stato portato avanti per  analizzare lo stato attuale del territorio e per programmare  politiche di conservazione in grado di  attuare misure  di tutela dei segni ancora evidenti diffusi sull’intero territorio casertano.

Unica attività in tal senso quella formulata dall’Unesco che, prima di inserire il complesso casertano nella Lista del Patrimonio Mondiale, ha  richiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali ( attuale MIC) che:

-tutto il Complesso Settecentesco fosse vincolato ai sensi della legislazione vigente;

– intorno al complesso fosse istituita una fascia di rispetto e inedificabilità compatibile,

-fosse elaborato un programma di salvaguardia dei monumenti vanvitelliani escludendo gli usi militari,

– fosse redatto un piano paesaggistico delle aree vincolate circostanti il complesso  settecentesco e un piano di gestione del sito da far rispettare e attuare da parte di tutti gli enti preposti al governo del territorio circostante.

Nonostante a Caserta questi dispositivi di tutela siano stati attuati in parte e approvati, essi non riescono a garantire la salvaguardia complessiva del sito cosi come indicato dall’UNESCO e così come prescritto in tutte le località sedi di monumenti appartenenti al patrimonio dell’intera umanità.

Ne sono testimonianza le demolizioni e le alterazioni del tessuto urbano cittadino:

– le trasformazioni edilizie che si realizzano anche nelle aree vincolate paesaggisticamente come le frazioni pedemontane e Casertavecchia,

– gli sventramenti e le alterazioni del tessuto urbano adiacente al parco della Reggia

– le alterazioni del tessuto urbano dell’area di S. Leucio con la realizzazione di nuove edificazioni e del nuovo  asse urbano ( cosiddetta bretella,  a suo tempo  osteggiata perchè possibile avvio di una deleteria urbanizzazione dell’area) ,

– la mancata realizzazione della cessione dell’intera gestione della Reggia   al Museo autonomo costituito dal MIC, permanendo ancora la occupazione parziale del complesso da parte dell’Areonautica Militare,

– la ventilata realizzazione di alloggi all’interno del complesso dell’ex Convento di S. Francesco di Paola, in area immediatamente adiacente alla Reggia e al Parco;

la proposta di costruzione di residenze per studenti nella ex-caserma Balducci che insite nell’area dei Mulini di San Benedetto, costruiti da Carlo Vanvitelli per sfruttare l’ultimo tratto del condotto Carolino che poi si sarebbe immesso nel più antico condotto del Carmignano,

– le alterazioni del centro storico casertano con realizzazione di volumetrie del tutto estranee al precedente assetto di città evoluta nel rispetto del progetto di città reale elaborato da Luigi Vanvitelli,

–  la mancate realizzazione di un piano di riqualificazione dell’area, elaborato con gestione attenta delle alberature e del verde e degli edifici che insistono sulla piazza, sulle arterie storiche, sul vialone Carlo III e sulle strade adiacenti al nucleo storico precedente alle realizzazioni borboniche.

Invece di programmare nel rispetto degli indirizzi predisposti secondo le direttive dell’UNESCO si è infatti assistito ad interventi che hanno stravolto il centro storico, con abbattimenti, trasformazioni edilizie, con la prospettiva di abbattere e edificare il nuovo con incremento di superficie e volumetria. Di questo sono esempi il Palazzo Castropignano, antica sede del comune, il Palazzo Monti, la locanda della Posta, nell’antica piazza Mercato attuale piazza Vanvitelli, il palazzo Montanaro in via Tanucci.

I motivi addotti sono stati vari ma sempre ripetitivi, quali il degrado degli immobili non soggetti a una manutenzione costante o alla necessità di costruire al posto di palazzetti ottocenteschi, più o meno degradati, edifici moderni che modificano le antiche tipologie a corte e producono  un carico abitativo raddoppiato. Basti pensare all’asse settecentesco di via Tanucci, dove la tipologia edilizia è stata alterata occupando tutti i cortili e i giardini e variando  quello che era il rapporto equilibrato tra facciata esterna, cortile e giardino. Analogamente si è operato per via Giannone e Piazza Vanvitelli, cuore del villaggio Torre adiacente al parco reale. Inoltre l’aumento del carico abitativo ha generato conseguenze disastrose per il traffico veicolare e per la vivibilità del piccolo centro cittadino.

Altro intervento poco incline a ricercare un rapporto adeguato con l’intorno è l’edificio sorto in piazza Correra; la “nuova versione” di volumetrie, materiali e colori, dell’ex Palazzo Montagna, interrompe bruscamente il dialogo coi “fatti urbani” di Via Vico, asse importante per la storia cittadina, a pochi metri dalla Cappella gentilizia dei Della Ratta ( sec. XVIII).

Gli ultimi abbattimenti riguardano  via Roma e Via Renella  ( già via Napoli) dove persistono palazzi novecenteschi e in stile liberty, che sono un esempio rilevante   della storia urbana e dove , come in v. Tescione,  villette liberty sono state abbattute per far posto a nuovi edifici.

Si chiede  pertanto alla Commissione Nazionale UNESCO, all’amministrazione Comunale di Caserta, alla  Commissione Edilizia Integrata del Comune di Caserta ( che ha il compito di autorizzare gli interventi edilizi in aree vincolate) e alla Soprintendenza ABAP che si valutino con attenzione  gli interventi sul  patrimonio edilizio storico cittadino, riconoscendolo di pubblico interesse e di valore identitario, nel rispetto dei vincoli di tutela e dei  piani e dei programmi richiesti dall’UNESCO,  che ha  il compito di sorvegliare sull’attuazione  delle misure di tutela e di intervenire in caso di necessità anche con provvedimenti di censura  e di annullamento e modifica delle dichiarazioni di interesse.

 

FLASH MOB del 19 maggio 2022, ore 19,00 Piazza Duomo Caserta, NO al Digestore e al Polo del biometano.

Partecipiamo perché tali impianti rappresentano la fase conclusiva di un’Economia dello Spreco che distrugge risorse naturali, culturali ed energetiche, accresce disuguaglianze sociali e disparità territoriali rendendo la spesa pubblica (PNRR) un fattore d’insostenibilità rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030/2050 dell’ONU.

 

ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI 2022

Il 30 aprile 2022 alle ore 17,30 presso il ristorante “il Cortile”, via Galileo Galilei n. 24 Caserta, si terrà l’Assemblea annuale dei soci della sezione di Italia Nostra, Caserta “Antonella Franzese”.

Momento centrale della serata sarà la consegna della tessera di socia onoraria di Italia Nostra a Fausta , direttrice della Nuova Compagnia di Canto Popolare, per il suo grande impegno nella conoscenza e diffusione del patrimonio musicale della tradizione partenopea e campana.

In questa occasione festeggeremo i Trenta anni delle attività culturali della sezione con immagini e testimonianze e presenteremo il programma delle attività culturali 2022: “La Lista Rossa di Italia Nostra. Prendersi cura del patrimonio culturale”.

Il Macrico apre le porte ai casertani

Sabato 26 marzo Italia Nostra, con il Comitato Macrico Verde e tante associazioni casertane sono entrate nell’area ex Macrico. Ringraziamo sua eccellenza, il Vescovo Lagnese per l’accoglienza e il grande progetto di destinare questa area a un grande parco verde pubblico come Caserta merita.

 

GIORNATA NAZIONALE DEL PAESAGGIO “PAESAGGI E SOSTENIBILITA’ NELLO SCENARIO ECOLOGICO

“Paesaggi e sostenibilità nello scenario ecologico”
Anfiteatro campano, Santa Maria Capua Vetere

lunedì 14 marzo 2022, ore 10:30

Lunedì 14 marzo 2022, la Direzione regionale Musei della Campania, in occasione della Giornata nazionale del Paesaggio 2022, organizza con il Comune di Santa Maria Capua Vetere, l’Istituto comprensivo “Alessio Simmaco Mazzocchi, Terra Felix, Italia Nostra Sezione di Caserta “Antonella Franzese” e l’Asd Federazione italiana Camminatori sportivi, un incontro all’Anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere, alle ore 10.30, che coinvolgerà gli studenti dei plessi “Sant’Andrea” e “Mascagni” dell’Istituto “Alessio Simmaco Mazzocchi” di Santa Maria Capua Vetere.

La giornata nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero per promuovere la cultura del paesaggio e la sensibilizzazione dei cittadini, coincide con l’impegno della Direzione regionale Musei della Campania per la salvaguardia del paesaggio storico e la sostenibilità ambientale. Gli studenti saranno impegnati in laboratori didattici sulla Campania Felix, un territorio ricco di risorse naturali e culturali che i ragazzi stanno imparando a conoscere attraverso il progetto “Horticultura”, promosso dalla Direzione regionale Musei Campania e finanziato dall’impresa sociale “Con i Bambini” – Soggetto attuatore del “Fondo per il Contrasto della povertà educativa minorile”. Il percorso si amplia con una attività motoria per adottare uno stile di vita sostenibile, inteso come interazione tra uomo e natura.

La cura del paesaggio, intesa come componente estetica ma anche in senso dinamico e continuativo, sarà il tema su cui i ragazzi si confronteranno con la presidente di Italia nostra sezione di Caserta “Antonella Franzese” Maria Rosaria Iacono.

La direttrice Ida Gennarelli mostrerà l’area archeologica dell’Anfiteatro, sottolineando gli aspetti del paesaggio storico e le tecniche ecosostenibili utilizzate nel corso dei lavori di restauro e valorizzazione del monumento. I luoghi della cultura, immersi nelle aree a verde sono ideali per confrontarsi con le nuove generazioni e illustrare concretamente i concetti dell’ecosostenibilità e del valore collettivo del patrimonio culturale.

PROGRAMMA
Ore 10.30: accoglienza con il direttore dell’Anfiteatro Ida Gennarelli e l’assessore alla Cultura Anna Maria Ferriero e laboratori a cura di Terra Felix e Legambiente Geofilos
Ore 11.30: introduzione all’atletica leggera con allenamento motorio in circuito (corri, salta, lanci) a cura del presidente dell’Asd Federazione italiana Camminatori Sportivi Fiorentino La Greca
Ore 12.15: riflessione su “Paesaggi e sostenibilità nello scenario ecologico” con la presidente di Italia nostra sezione di Caserta “Antonella Franzese”, Maria Rosaria Iacono e la direttrice dell’Anfiteatro Ida Gennarelli

Info
Biglietteria: (+39) 08231831093 – smcv.anfiteatro@artem.org | Le Nuvole (+39) 0812395653 – info@lenuvole.com (Lun-Ven 9.00-17.00)

Anfiteatro campano, piazza I Ottobre, 36 – 81055 Santa Maria Capua Vetere (CE)
Tel. (+39) 0823 798864 – drm-cam.museoanticacapua@beniculturali.it
La chiusura settimanale sarà recuperata martedì 15 marzo 2022.
Museo archeologico dell’antica Capua, via Roberto D’Angiò, 44 – 81055 Santa Maria Capua Vetere (CE)
Tel. (+39) 0823 844206 – drm-cam.museoanticacapua@beniculturali.it
Ingresso Anfiteatro campano € 2,50 |
Web: musei.campania.beniculturali.it | Facebook:@anticacapuacircuitoarcheologico | Twitter:@museosmcv | Instagram:@drmcam.museoanticacapua

Si ricorda che sono disponibili, presso la biglietteria, audioguide con contenuti base, approfondimenti, immagini per esplorazione e due mappe per orientarsi al meglio; è possibile, inoltre, scaricare gratuitamente su Applestore e Googleplay l’APP “Santa Maria l’Antica Capua”.

 

DIRITTI UMANI DIRITTI AMBIENTALI

L’attuale tragedia della guerra In Ucraina, che va a sommarsi alle guerre passate in Jugoslavia, Iraq, Libia e alle attuali in Afgani stan, Palestina e Siria, incrementa in modo criminale un continuo sterminio umano e la devastazione ambientale.

Per tale motivo, raccogliendo il monito di Papa Francesco, ci sembra utile e importante, a fini di pace e di disarmo, pubblicare sul nostro sito un intervento sullo stretto intreccio tra salvaguardia dei diritti umani e dei diritti ambientali. Intervento tenuto lo scorso ottobre dal nostro socio Sergio Vellante al Festival per lo Sviluppo Sostenibile.

Appropriazione delle terre: quali diritti umani e quale difesa della natura nei processi di produzione e consumo della globalizzazione? (di Sergio Vellante)

Depositata petizione per qualificare l’area ex Macrico come F2

Martedì 22 febbraio 2022 è stata depositata all’ufficio protocollo del Comune di Caserta una petizione che chiede al consiglio comunale di qualificare l’area ex Macrico come F2. La richiesta è stata sottoscritta da un gruppo di cittadine e di cittadini tra i quali: Don Antonello Giannotti (presidente dell’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero – proprietario dell’area)
Mons. Pietro Lagnese (Vescovo di Caserta), Mons. Raffaele Nogaro (Vescovo Emerito di Caserta).

In considerazione dell’autorevolezza dei firmatari e della precisa richiesta della proprietà, che di fatto nel chiedere la qualifica di F2 valorosamente rinuncia a qualsiasi azione speculativa e corrisponde a quanto affermato negli ultimi venti anni dal Vescovo Nogaro e a quanto coraggiosamente dichiarato più volte dal Vescovo Lagnese, tutti in perfetta aderenza con il pensiero sociale della Chiesa cattolica e con le idee di Papa Francesco espresse nell’enciclica Laudato si’, chiediamo ai consiglieri comunali di Caserta di provvedere senza indugio a votare la destinazione urbanistica F2 per l’area ex Macrico, permettendo quindi alla proprietà di poter realizzare, come meglio ritiene, un progetto che possa rendere fruibile l’area stessa come parco, disponibile per i cittadini e per il bene pubblico.

Chiediamo ai consiglieri comunali di riparare ai 21 anni di indecorosi progetti di cemento, e di inutili attese e rinvii dei loro predecessori, sanando un ritardo che ha negato l’ascolto della richiesta avanzata con petizioni, convegni, manifestazioni che hanno coinvolto nel tempo molte migliaia di persone. Sul destino e la qualifica dell’area ex Macrico la città si è già e più volte espressa, ma i rappresentanti del popolo fino ad oggi si sono sempre tirati indietro. Adesso i consiglieri comunali hanno un’ occasione storica di riscatto per il Consiglio comunale e per la Città.

 

Aldo De Chiara Presidente Onorario Italia Nostra Campania e nuove nomine

Il 18 u.s. il Consiglio regionale della Campania di Italia Nostra ha votato la copertura delle cariche ancora vacanti. Eletti, tutti all’unanimità:

Vicepresidenti, Raffaella Di Leo e Luigi De Falco;

Segretario esecutivo, Luigi de Lisio;

Responsabile Educazione, Maria Rosaria Iacono.

Il CR ha poi deciso di eleggere il dott. Aldo de Chiara Presidente onorario di Italia Nostra Campania, il quale, non presente al momento della discussione, ha oggi accettato l’inatteso impegno. Aldo De Chiara, già magistrato e procuratore generale vicario presso la Corte d’appello di Salerno, attualmente consulente della Commissione parlamentare Antimafia, è stato premiato nel 2019 da Italia Nostra con il Premio Umberto Zanotti Bianco, il premio che l’Associazione assegna ogni due anni ai servitori della Stato che si sono distinti per impegno e capacità per il Patrimonio culturale e il Paesaggio italiano. Figura esemplare di magistrato che ha dedicato la sua carriera alla lotta contro la criminalità organizzata e contro l’abusivismo edilizio in Campania, da sempre punto di riferimento di Italia Nostra e tutte le associazioni impegnate contro l’illegalità, la sua azione si è dispiegata nell’interesse pubblico. Negli anni del post-terremoto del 1980, in particolare, la sua opera di contrasto all’abusivismo edilizio è stata di fondamentale importanza: è possibile affermare che non esiste pressoché sentenza di condanna di quegli anni che non porti la sua firma.

A novembre 2022 scadrà il triennio del regionale Campania, ma intanto incalzano difficili appuntamenti istituzionali e il CR ha ritenuto in tal modo rafforzare il sostegno al suo presidente Massimo Maresca, e al Segretario regionale Francesco Santoro, ai quali rinnova l’ampia fiducia.

Alla ricerca dei Beni Comuni

La sezione di IN di Caserta, come qualcuno già sa, ha aderito al progetto Nazionale “Alla ricerca dei beni Comuni”.

Il progetto è volto a sviluppare e rafforzare la cittadinanza attiva, la legalità e la corresponsabilità attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.

Ti chiedo di rispondere a un breve questionario attraverso il seguente link (https://forms.gle/qgVmh6nFVY98nPZAA) pregandoti poi di diffonderlo alla tua rete di contatti in modo da informare e sensibilizzare la popolazione locale sul tema dei beni culturali