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Alla ricerca dei Beni Comuni

La sezione di IN di Caserta, come qualcuno già sa, ha aderito al progetto Nazionale “Alla ricerca dei beni Comuni”.

Il progetto è volto a sviluppare e rafforzare la cittadinanza attiva, la legalità e la corresponsabilità attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.

Ti chiedo di rispondere a un breve questionario attraverso il seguente link (https://forms.gle/qgVmh6nFVY98nPZAA) pregandoti poi di diffonderlo alla tua rete di contatti in modo da informare e sensibilizzare la popolazione locale sul tema dei beni culturali

 
 

AUGURI!

La Presidente e i Consiglieri di Italia Nostra sezione “Antonella Franzese” di Caserta hanno il piacere di augurare un Sereno Natale e un Nuovo Anno proficuo e solidale, con l’abituale impegno per la conoscenza e la cura del nostro patrimonio culturale, a cominciare dai luoghi in cui viviamo.

Luoghi spesso citati nella Lista Rossa di Italia Nostra e che abbiamo riproposto nel nostro calendario 2022.

Ricominciamo da… Caserta

Si è svolta domenica 21 novembre il primo percorso dei soci di Italia Nostra alla ri-scoperta della città capoluogo. La cappella della Ratta, piazza Vanvitelli la settecentesca piazza Mercato, sono stati visti con la consapevolezza della fragilità e incuria del nostro patrimonio culturale e su come gli interventi demolitivi e le trasformazioni edilizie più recenti abbiano contribuito a rendere quasi irriconoscibile per i suoi stessi abitanti l’evolversi storico del territorio. Fortunatamente le fonti storiche e documentarie della Biblioteca Tescione possono aiutare nella ricostruzioni dell’identità storica in cui ogni cittadino possa riconoscersi.

 

Ricominciamo da… Caserta. La Caserta “in piano”

Dalla Cappella della Ratta a Piazza Vanvitelli (già piazza Mercato), passando per la “Biblioteca Tescione”
La Cappella San Donato, nota anche come cappella della Ratta o di San Francesco
La cappella, di proprietà privata, è un raro esempio di architettura del XVIII sec. nella Caserta “in piano”. Ubicata in una stradina definita Vico che caratterizzava l’impianto urbanistico della città antecedente alla costruzione della Reggia vanvitelliana, il cui toponimo deriva dalla dominazione della città da parte dei conti Della Ratta, in specifico del conte Francesco Della Ratta, conte di Caserta nel 1382. La cappella gentilizia sorgeva nel villaggio detto Torre, il primo nucleo della città moderna.
Lo storico Esperti (1775) riporta il toponimo della strada, detto appunto vicolo della Ratta e la casa della famiglia che sorgeva, accanto alla cappella: “Nella detta Torre abita il signor D. Pasquale della Ratta discendente da secondogeniti della Ratta conti di Caserta, quale D. Pasquale tiene una ben tenuta cappella accosto alla sua casa, sotto il titolo di S. Donato”.
Il portale d’accesso è stato tompagnato, probabilmente per sostenere l’architrave scollato. L’ingresso è incorniciato da lesene in piperno con capitelli. Al centro dell’architrave il volto di un putto con le ali spiegate e ai lati due fiori. All’interno del timpano spezzato una croce raggiata sostenuta dal teschio affiancata da due angeli. L’ interno ad unica navata presentava ancora alcuni decenni fa pregevoli stucchi nella volta su fondo azzurro, il pavimento presenta forse lo stemma della famiglia della Ratta e l’altare appare ancora intatto. Alcune fonti fanno riferimento all’esistenza di una cripta.. Nella parte libera laterale destra e sul lastrico solare piante di alto fusto stanno continuando l’ opera di degrado.La chiesetta è ubicata in Viella della Ratta, 16 a Caserta, angolo Piazza Correra, ed è chiusa al pubblico.Sottoposta a vincolo monumentale con DM del 3 gennaio 1994, è attualmente murata e non visitabile e versa in condizioni di grave abbandono. Le già precarie condizioni di degrado, accentuatesi dopo il sisma del 1980, denotano che da moltissimi anni non è oggetto di alcun intervento da parte della proprietà e delle Autorità competenti.
Fino agli anni cinquanta veniva ancora adibita a funzioni religiose; pertanto un intervento di restauro urgente potrebbe di nuovo riabilitarla a tali funzioni o comunque potrebbe essere destinata ad iniziative culturali pubbliche.
RIFERIMENTI STORICO-BIBLIOGRAFICI:
C. Esperti, Memorie Istoriche ed ecclesiastiche della città di Caserta,
Napoli 1773-75, rist. Bologna 1978;
G. Tescione, Caserta ed i suoi conti e signori, Caserta, 1990.
Da piazza Mercato a piazza Vanvitelli
Allorchè Carlo di Borbone acquistò lo Stato di Caserta (1750), il villaggio Torre, e so¬prattutto la piazza del Mercato, costituivano ormai il fulcro delle attività economiche, politiche ed amministrative di Caserta “in piano”.
Utilizzando la documentazione iconografica ed archivistica è stata realizzata una ricostruzione grafica di piazza Mercato, con gli edifici pubblici e privati, che sorgevano lungo il perimetro della piazza ed i percorsi viari che l’attraversavano: Strada di S. Antonio (attuale via Giannone), strada del Carmine (attuale via Pollio), strada delle Carceri (attuale via Leonetti) secondo un disegno conservatosi fino ai nostri giorni, nonostante i numerosi interventi demolitivi.
La ricostruzione della piazza e delle consistenze edilizie risalenti al 1750, momento di transizione tra il passato (l’epoca baronale) ed il futuro, che vedrà la città comunque rapportata alla presenza del complesso Vanvitelliano, vuole costituire un punto fermo sull’identità storica di una città che spesso è stata identifi¬cata solo con la “reggia”.
Dal 1407 il Mercato settimanale si svolgeva nella grande piazza con fontana, davanti al palazzo degli Acquaviva, in uno spazio appositamente attrezzato con botteghe e depositi.
In un documento del 1636 così era descritto: “Davanti al Palazzo sorge il mercato che consiste in un quadro piano, la cui capacità può ascendere a moia quattro in circa, et essendo in forma quadrata, viene da tutte le quattro faccia da diverse habitazioni habitata, la maggior parte de quali sono palatiate. Quivi in giorno di sabato si vede un concorso grandissimo di gente di ogni qualità e sesso, che da luoghi convicini, altri a vendere et altri a comprare si reducono a luoghi terminati per ogni sorte di Mercantie e merci, tanto di animali grossi, e minuti, come di robbe commestibili e d’ogni sorte, come sono salami, formaggi, casicavalli, latticini, grani, orzi et altri legumi, lini, canapi, tele, verdure, frutti, pollami, capretti, ove, et in somma in esso detto dì non manca cosa veruna necessaria all’human vitto, anzi che d’avantaggio avanza nel fine del tempo, che dura il mercato, a ben può dirsi emulo al Mercato napoletano, havendo così divisi li luoghi, ove de merci si vendono. Il Mercato nostro have anco in prospettiva una fontana di marmo con conca grande e piccola, con molti giochi d’acqua, … E’ in esso un Hosteria grande con commodità di forestieri”.
I principali edifici “pubblici” intorno ai quali si sviluppa il tessuto edilizio della piazza nel 1750 sono il Palazzo Vecchio, già Acquaviva (A); la Locanda della Posta ( C); il Regio Granile (D).
Dopo l’Unità d’Italia al posto del Regio Granile, viene costruito l’edifico che ospita la Banca Nazionale, la Prefettura è ospitata nel Palazzo Castropignano, già appartenente alla famiglia Trotta, che alla fine degli anni sessanta del secolo scorso fu abbattuto ed al suo posto fu costruito l’edificio che ospita oggi gli uffici del Comune.
Intervengono anche altri cambiamenti di tipo decorativo e commemorativo: secondo il modello ottocentesco nell’area centrale della piazza rettangolare si realizza un un giardino recintato, organizzato attorno ad un monumento centrale: il monu¬mento a L. Vanvitelli, il doppio filare di alberi,
Tale composizione si è conservata fino ai nostri giorni: sono cambiate invece le destinazioni d’uso di molti edifici, cambiamenti che hanno comportato spesso interventi demolitivi (cfr. Palazzo Castropignano) o trasformazioni edilizie (cfr. l’edificio della Locanda della posta) che hanno contribuito a stravolgere l’originaria unitarietà urbanistica, così come si era consolidata tra settecento e ottocento.
Legenda della ricostruzione grafica
Edifici pubblici:
Palazzo Vecchio, già Acquaviva (A), oggi prefettura
Regio Granile, oggi banca d’Italia (D)
la Locanda della Posta (C)
Fonte: Le piazze spazi della vita collettiva. Una ricerca sul territorio a cura di M.R. Iacono. Roma 2002.
La Biblioteca Comunale “Giuseppe Tescione”
La biblioteca, si trova nell’ex Convento di Sant’Agostino con l’accesso da via Mazzini 16. E’ costituita dal fondo librario e documentario donato al Comune di Caserta dal dottore Giuseppe Tescione (1914-2002) di illustre famiglia, pediatra e studioso della storia casertana..
La biblioteca è composta da specifiche sezioni: quella speciale, costituita dalle opere di famiglia , tra le quali quelle di Giovanni Tescione, padre del donatore, uomo di grande impegno culturale, autore di importanti pubblicazioni, quali L’ arte della seta a Napoli e la colonia di San Leucio (pubblicato a Napoli 1932).
Al dottor Giuseppe Tescione si deve l’importante pubblicazione Caserta Medievale e i suoi conti e signori (Caserta, 1990).
La biblioteca possiede raccolte di libri rari e antichi, di testi fondamentali per la storia del Mezzogiorno e di Terra di lavoro, manoscritti, corrispondenza con personaggi illustri, immagini e cartoline d’epoca.
La Biblioteca è stata inaugurata e aperta al pubblico il 16 dicembre 2002.

ITALIA NOSTRA SEZIONE DI CASERTA TI INVITA ALLA RICERCA DEI BENI COMUNI NELLA PROVINCIA DI CASERTA.

Il giorno 12 novembre ci sarà IL PRIMO LABORATORIO DI PROGETTAZIONE PER CONOSCERE E TUTELARE IL NOSTRO TERRITORIO presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli”.

CONFIDIAMO NELLA TUA PARTECIPAZIONE!

INFO: caserta@italianostra.org
Tel. 388 8237640

ll cordoglio di Italia Nostra per la morte di Desideria Pasolini dall’Onda, cofondatrice di Italia Nostra

La sezione di Caserta di Italia Nostra “Antonella Franzese” con grandissimo dolore comunica ai soci e agli amici di Italia Nostra   la scomparsa di Desideria Pasolini dall’Onda, cofondatrice dell’Associazione e grande amica della sezione di Caserta, di cui ne ha sempre seguito e sostenuto le battaglie, partecipando   a incontri e convegni pubblici su temi quali la salvaguardia della tenuta Borbonica di Carditello, dell’ area ex MACRICO a Caserta, la cura e la tutela dei parchi e giardini storici.

Amiamo ricordarla sempre attenta e sorridente, come in questa foto scattata da Giulio Bulfoni, in una visita a Caserta del 2008, in occasione di un convegno sui Giardini storici e l’inaugurazione del Roseto nel Giardino all’Inglese con gli amici e i soci della sezione.

Caserta, 6 maggio 2012, manifestazione in onore di Desideria Pasolini Dall’Onda organizzata dalla sezione di Italia Nostra Caserta con consegna di targa ricordo da parte della presidente Maria Carmela Caiola a nome di tutti i soci.

 

 

Castello di Loriano di Marcianise: segnalazione per la Lista Rossa

Il castello di Loriano di Marcianise fa parte del patrimonio culturale delle nostre comunità locali che hanno l’onore e l’onere di salvaguardarlo per le generazioni future. Per questo Italia nostra di Caserta lo ha inserito nella LISTA ROSSA di Italia Nostra DEI BENI CULTURALI DA SALVARE

Il luogo dove sorge ora il Castello di Loriano di Marcianise (Caserta) fu dapprima un villaggio (1200 circa) e poi un vero e proprio luogo fortificato cinto da mura. Situato lungo l’attuale provinciale Loriano-Trentola, all’incrocio con l’asse viario che si collega con all’antica via Atellana. La prima citazione del Castello (Castrum Loriani) risale alla prima metà del 1400. Dal 1488 a1493 fu residenza del Barone Francesco Brancaccio di Napoli mentre all’inizio del ‘900 fu proprietà dei baroni De Rosa e sede militare. Oltre a quel che resta delle mura di cinta ci sono due torri cilindriche di guardia (all’epoca orlate a merli aragonesi). Una delle due torri probabilmente veniva utilizzata come colombaia.

L’area del castello era molto ampia. La torretta bassa, che delimitava il perimetro del maniero, era probabilmente in origine una postazione di guardia e oggi la si può ancora ammirare incastonata all’esterno di una casa, fuori dall’attuale area del castello. All’interno del perimetro del castello c’è la chiesetta di Santa Maria Maddalena Penitente (in origine dedicata a San Marcello), anch’essa in stato di degrado e a rischio crollo.

A partire dagli anni ‘50 del secolo scorso, il castello ha subito un lento ma inesorabile declino che lo ha portato allo stato di degrado dei giorni nostri. Il sito risulta essere completamente in mano a proprietari privati, anche se si tratta di un bene su cui grava un vincolo di tutela da parte della “Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento” (D.M. 7/6/1953)”.

La Due Diligence per i diritti umani: una necessità per produzione e consumo responsabili

Segnaliamo l’evento ASviS  (Agenda ONU 2030) su di una tematica che evidenzia il legame tra salvaguardia dei diritti umani e tutela della natura. Tematica che potrebbe essere al centro dell’agire quotidiano della nostra Associazione.

Il prof. Sergio Vellante, socio della sezione di Caserta, introduce gli interventi di Enrico Pugliese e Gianni Rigoni-Stern. Il primo affronterà i problemi relativi alle condizioni di lavoro e di  vita dei nuovi “Dannati della Terra” (braccianti, contadini poveri, migranti, bambini merci ecc); il secondo argomenterà sull’esperienza della “Transumanza della Pace” che, resa attiva tra Asiago e Srebrenica,  coniuga i valori della solidarietà con quelli della sostenibilità.

Venerdì 8 ottobre 2021 h. 14:30
Segui l’evento su https://festivalsvilupposostenibile.it/2021

Molti dei prodotti che utilizziamo ogni giorno (dall’abbigliamento agli alimentari, dagli elettrodomestici ai cosmetici) nascondono storie di sfruttamento delle persone e dell’ambiente che avvengono qui, in Italia, come nel Sud globale. Potrà una legge italiana sulla due diligence per il rispetto dei diritti umani e ambientali arginare questo fenomeno e mettere al centro del dibattito l’impegno delle aziende per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile? E come possono le organizzazioni della società civile collaborare con esse per filiere più trasparenti nei confronti dei fornitori e dei consumatori? A partire dall’analisi della situazione nelle filiere agricole italiane, questo workshop del Sottogruppo disuguaglianze ed empowerment del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 12 pone un focus sulle istanze presenti e propone possibili percorsi.

Partecipano:
Enrico Pugliese, professore di sociologia del lavoro all’Università La Sapienza – Roma
Marianna Fatti, Esg analyst di Vigeo Eiris
Giosuè De Salvo, Mani Tese Campagna italiana sulla due diligence
Stefano Toma, Fairtrade Italia ed Equogarantito
Valeria Bigliazzi, Chico Mendes Modena
Gianni Rigoni Stern, Transumanza per la pace
Moderano:
Sara Teglia, Impronta etica – Sergio Vellante, Italia Nostra

 

Italia Nostra Caserta incontra Giulio Ielard

Alle porte dell’antica Capua una delegazione di Italia Nostra sez.” A. Franzese” di Caserta guidata dal vicepresidente Giancarlo Pignataro, ha incontrato questa mattina alle ore 9.00, il fotografo e giornalista Giulio Ielard.  lungo il suo cammino sull’Appia. Durante l’incontro, oltre alle tante criticità evidenziate e condivise, Ielardi ha trovato di grande interesse la proposta, avanzata nel 2017 dalla nostra sezione al Mibact, di un grande parco dell’Appia che, nel tratto casertano tra Capua e Maddaloni, includa anche l’area ex Macrico.

Contro l’abbattimento degli alberi in via Unità Italiana – Caserta

ITALIA NOSTRA si oppone fermamente alla decisione dell’Amministrazione comunale di Caserta di abbattere lo storico viale di pini in via Unità Italiana, per la riqualificazione dell’area pedonale.
L’abbattimento degli alberi rappresenta un atto di inciviltà perché compromette la qualità ambientale e paesaggistica di quel luogo reso unico (genius loci) dai vetusti alberi che contribuiscono a garantire la sostenibilità nelle sue diverse dimensioni.

Si profila una campagna di demolizione massiccia, costosa e molto impopolare. Italia Nostra chiede la massima trasparenza su questa operazione strisciante e la legittima partecipazione di cittadini, comitati di quartiere e associazioni per sapere quale sia la strategia globale su tutta la città, i lotti dove sono previsti interventi a breve termine ed i costi di questa campagna di abbattimenti così imponente.

Italia Nostra chiede che venga immediatamente aperto un tavolo di concertazione e che tutte le decisioni sul patrimonio collettivo vengano prese con assoluta trasparenza degli atti amministrativi e con la partecipazione dei cittadini fino ad ora negata.